Dinosauri

Il Cretacico (o cretaceo)

Il Cretacico o Cretaceo corrisponde al terzo e ultimo periodo dell'era mesozoica ed ha una durata di circa 70 milioni di anni. Questo periodo inizia alla comparsa dell'ammonite Berriasiella jacobi e termina in corrispondenza dell'anomalia dell'Iridio associata all'estinzione di massa di numerosi organismi marini (foraminiferi e nanofossili calcarei) e terrestri (dinosauri).

Dinosauri del Cretaceo:

Prende il nome dal termine francese "craie", col quale si indica un deposito calcareo incoerente e biancastro, molto ricco di fossili, che caratterizza il Creataceo superiore nel Bacino di Parigi. La sua lunghezza e varietà negli eventi che si verificarono nella sua durata ne fanno uno dei più interessanti della storia della Terra. Entrambi i suoi limiti sono oggetto di discussione per ragioni di ordine stratigrafico, meno discussi sono i piani in esso distinti. Inoltre non viene utilizzata una suddivisione in sottoperiodi, ma una semplice separazione in "superiore" ed "inferiore", mentre l'utilizzo del Cretaceo medio è caduto di in disuso ed i piani in esso contenuto sono stati inclusi nei sottoperiodi ancora in auge. Il limite Cretaceo Giurassico è individuabile solo in depositi marini continui con sedimentazione di organismi pelagici, vale a dire per mezzo delle ammoniti e della calpionelle o di entrambe, mentre non è facile ubicarlo in serie di tipo epicontinentale. Il limite Cretaceo-Terziario è qui considerato coincidente con il limite fra i piani Maastrichtiano e Daniano, secondo le vedute accettate dalla maggioranza degli stratigrafi moderni, anche se la posizione del Daniano (dai più incluso nel Cenozoico) è tutt'oggi fonte di discussione. Il break più marcato è quello osservabile fra i foraminiferi planctonici, con la scomparsa simultanea a livello mondiale di una gran parte di generi e specie presenti nel Maastrichtiano, nessuna delle quali sopravvisse nel Daniano. Sulle terre emerse invece, ebbe risalto la scomparsa dei grossi rettili, principalmente dinosauri, l'estinzione di massa probabilmente più famosa e radicata nella cultura media. Break faunistici altrettanto marcati si osservano nel nannoplancton, nelle rudiste e soprattutto nelle ammoniti, linea evolutiva che qui si interrompe irreversibilmente, come a segnare la fine del Mesozoico. I caratteri paleontologici del Cretacico sono molto importanti, primi fra tutti i vertebrati raggiunsero una posizione di predominio mai vista, specialmente sulle terre emerse; i rettili raggiunsero il loro apogeo, realizzando forme tra le più gigantesche che mai siano vissute sulla faccia della Terra e raggiungendo il massimo grado di specializzazione (Tyrannosaurus, Ceratopsidae, Pteranodon, ecc.). Alla fine del periodo si ebbero estinzioni massiccie e soltanto un numero esiguo di famiglie, i cui rappresentanti nacquero durante il Cretaceo, sopravvissero fino ai nostri giorni. Sempre da rettili, in questo periodo si originarono gli uccelli (ancora dentati) dai dinosauri, i cheloni da una linea antica di rettili anapsidi, e i primi anfibi urodeli. Esclusivi del Cretaceo sono i mesosauri, peculiari rettili acquatici. I mammiferi erano limitati a forme piccole oggi estinte incluse fra i marsupiali e i multitubercolati. Compaiono i primi mammiferi placentati, antenati degli attuali insettivori, ed i creodonti, entrambi apparsi nel Cretaceo superiore. Fra gli invertebrati giocano un ruolo decisivo le ammoniti, estintesi alla fne del periodo. Su questi cefalopodi si basa la biostratigrafia più dettagliata del Cretacico, con diverse decine di zone perlopiù europee e nord americane.

Le ammoniti sono nella fase tarda della loro evoluzione e presentano diverse peculiarità, alcune delle quali nettamente degenerative. Si hanno forme planispirali con tendenza a svolgere, forme turricolate, forme con avvolgimento irregolare, a gomitolo, e forme completamente svolte, diritte, tipiche del Maastrichtiano, ed inoltre specie giganti, con un diametro superiore al metro e mezzo. Altri cefalopodi interessanti sono le belemniti, anch'esse nella fase terminale della loro evoluzione, che è piuttosto rapida e permette l'individuazione di diverse biozone, permettendo correlazioni precise con le ammoniti. Tra i gasteropodi meritano citazione le nerinee, caratteristiche di un ambiente sublittorale e caratterizzate da molte specie significative. Dopo le ammoniti, i lamellibranchi sono i fossili marini stratigraficamente più importanti con gli inocerami e le le rudiste (queste ultime peculiari del solo Cretacico, a parte il genere originario Diceras, comparso nel Malm). Altri fossili di importanza stratigrafica nel Cretaceo sono gli echinoidi irregolari, gli ostracodi e i microfossili. I foraminiferi planctonici, comuni soprattutto nel Cretaceo superiore, sono soggetti ad un'evoluzione rapidissima, giungendo alla fine del periodo ad un livello di specializzazione alquanto elevato (Globotruncana, Planoglobulina, Rugoglobigerina, Planomalina, ecc.). Le biozone istituite sulla base di tali abbondanti microfossili di facies pelagica presentano applicabilità ancora maggiore rispetto a quella delle ammoniti. Ancora importanti stratigraficamente sono le calpionelle ed i radiolari, mentre non mostrano peculiarità significative i piccoli foraminiferi bentonici, rappresentati ancora quasi esclusivamente dalle Nodosariidae, come nei periodi precedenti, nel Cretaceo inferiore, mentre in quello superiore si fanno più diversificati. Tra i grandi foraminiferi bentonici meritano citazione le Orbitolinidae, le le Alveolonidae, le Calcarinidae e le Lituolidae. Le piante terrestri del Cretaceo sono ben conosciute soltanto nelle regioni dove si hanno successioni continentali, ricche di angiosperme dicotiledoni. La flora cretacica è pertanto abbastanza simile a quella attuale, essendovi rappresentate molte delle classi del regno vegetale. Ne differisce sostanzialmente per la mancanza delle monocotiledoni, le più evolute fra le piante, che appariranno solo alla fine del Cenozoico. Fra le piante acquatiche è da notare il declino delle alghe Solenoporaceae e gimnocodiacee, sostituite dalle corallinacee, le quali avranno il loro massimo sviluppo nel Cenozoico. Poco rappresentate nel Cretaceo sono le cloroficee, comuni solo localmente, e le caracee, meno limitate delle precedenti e più utili stratigraficamente. Importanza rilevante assumono fossili vegetali come le coccolitine e nannoconidi (nannofossili calcarei), microfossili, entrambi comuni e non esclusivi del Cretaceo.

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